giovedì 17 febbraio 2011

Basta, adesso

Il maestro mi osserva stupito. I miei compagni scrivono con disperazione, i pennini graffiano e incidono pagine e pagine, schizzi d'inchiostro su banchi e piastrelle, pelli tatuate. Esclamo: “Le istruzioni costringono a violare quei candidi fogli, a imbrattarli, a porre un termine, una fine, a sottostare ai limiti del tempo e dello spazio. Io sono speciale e decido di violare la consegna.” Il maestro è impaurito: “A che scopo?” mi chiede con un filo di voce. Fisso la luce del sole, avverto il tocco di infinite particelle di pulviscolo. Non ho più nulla da dire.