martedì 27 aprile 2010

Troppo

Quando mi siedo nella poltrona dentro l’aereo sono esausto. Mi lascio stordire dal tepore e da un bicchiere di vino (strana offerta), mi abbandono contro lo schienale, circondato da rumori sordi di passeggeri che scorrono verso la coda, dal brusio di richieste e richiami sommessi.
"Salve" sento, insieme a un profumo leggero e piacevole.
"Oh, salve" rispondo alla figura che mi fruscia accanto, all'ovale confuso del suo volto, l'unica parte di lei che si affaccia da una specie di ampio mantello.
La poltrona è comoda, posso rimanere nel torpore, esentato da gesti coinvolgenti, non ho contatti con quell'estranea. Mentre sistema il bagaglio a mano, distrattamente intravedo un corpo slanciato e di nuovo avverto un leggero profumo. Ho bisogno di un respiro profondo, ho freddo ai polpacci e al collo, non sono uscito dal disagio. Mi servono almeno quattro ore di sonno.