venerdì 29 luglio 2011

Mercury on air

Ciò che non hanno potuto la musica del passato, l'alternarsi estenuante di classici, crescendi, pianissimo, fughe e adagi, la fusione perfetta di suoni e voci, versi e cori, il fragore di timpani e tamburi, il vigore di braccia esperte, le immagini, i filmati, la valanga di parole e sovrastimolazioni, l'isolamento, le sinfonie e i concerti, la fede, ciò che non ha potuto tutto questo, dunque, riesce ad ottenerlo un guazzabuglio di note ripetute fino allo sfinimento, ai limiti della saturazione, cicliche, random, scomposte, ascoltate con una smorfia contro le avversità, reiterate su distese di asfodeli gialli percorse da farfalle multicolori grandi come aquile, alla ricerca del ruolo principale, di un provvedimento eclatante, eccessivo, fino alla fine del tempo, asso tra le scartine, in attesa vigile, ricominciando un nuovo conteggio alla rovescia a ogni termine del precedente, senza più paura né affanno, anzi con curiosità, con foga, con bramosìa, in attesa della gratificazione e di un compenso più vistoso del pattuito, di qualche movimento, di autonomia, e di un nuovo desiderio.