martedì 27 aprile 2010

Troppo

Quando mi siedo nella poltrona dentro l’aereo sono esausto. Mi lascio stordire dal tepore e da un bicchiere di vino (strana offerta), mi abbandono contro lo schienale, circondato da rumori sordi di passeggeri che scorrono verso la coda, dal brusio di richieste e richiami sommessi.
"Salve" sento, insieme a un profumo leggero e piacevole.
"Oh, salve" rispondo alla figura che mi fruscia accanto, all'ovale confuso del suo volto, l'unica parte di lei che si affaccia da una specie di ampio mantello.
La poltrona è comoda, posso rimanere nel torpore, esentato da gesti coinvolgenti, non ho contatti con quell'estranea. Mentre sistema il bagaglio a mano, distrattamente intravedo un corpo slanciato e di nuovo avverto un leggero profumo. Ho bisogno di un respiro profondo, ho freddo ai polpacci e al collo, non sono uscito dal disagio. Mi servono almeno quattro ore di sonno.

domenica 25 aprile 2010

I fumi di Gino Strada

Mi fa tenerezza, quando si allontana da Emergency ed entra in un ruolo non suo: aspetto gucciniano, mente rimasta incastrata nel '68, sottile coda di paglia che prende corpo quando non si trova, peraltro coraggiosamente, lo ammetto, tra dune e monti ostili; rovinato, tra le altre cose, dalla stizza contro gli americani e, in generale, contro quelli che non la pensano come lui o fanno cose, magari positive, senza il suo imprimatur (operazioni di ostaggi liberati comprese); raramente sereno e mai obiettivo. Incazzoso e coraggioso, molto coraggioso, lo ripeto, ma debolissimo, per così dire. Strumentalizzabile e strumentalizzato. Un abbraccio e un saluto in ogni caso, Gino, in ricordo di turni in pronto soccorso, dubbi, contrasti e discussioni tra volute di un fumo non ben definibile che diffondevi nella stanza, stordendomi passivamente, mentre esponevi il tuo sogno.

martedì 20 aprile 2010

Una traduzione personale

Oltre l'orizzonte del luogo in cui abbiamo vissuto da giovani, in un mondo di magneti e di miracoli dove i nostri pensieri si smarriscono continuamente e senza confini, i rintocchi della campana della Divisione hanno avuto inizio... guardando oltre alle rovine fumanti dei ponti arsi dietro di noi, dopo un rapido sguardo a quanto fosse verde dall'altra parte... ostacolati sempre dai desideri e dall'ambizione, c'è ancora un appetito non soddisfatto, i nostri occhi stanchi ancora si smarriscono verso l'orizzonte sebbene noi siamo stati spesso per questa strada... l'erba era più verde, la luce era più luminosa, il sapore era più dolce, le notti della meraviglia, circondati da amici, la foschia dell'alba si accendeva, l'acqua sgorgava, il fiume era senza fine. Per sempre [il tasto repeat ha una funzione precisa].

from High Hopes - Pink Floyd

giovedì 8 aprile 2010

Cena o non cena

È buio, bisogna rientrare, magari mangiare qualcosa. Percorro Rue Saint-Louis-en-l'Ile, sorpreso dalla sequenza di piccoli negozi e ristoranti a luci basse dai nomi suggestivi; fiori, dolci, vecchi libri, profumi, spezie. Un posto da rivedere. Ho fame, ma non devo mangiare adesso, devo aspettare, sfruttare l'entusiasmo. Il ritorno all'albergo è affrettato. Varcata la soglia la stanchezza ha il sopravvento, il calore della stanza intontisce. Blandisce. Breve sonno affollato da sogni inafferrabili. Ho fame.