giovedì 28 ottobre 2010

Emozioni paragonabili

l motivo è sempre lo stesso: come si leggono [o scrivono] libri per partecipare alla vita e all'esperienza degli altri (ognuno di noi ne ha disposizione una sola, salvo sorprese), per lo stesso motivo si legge lo schermo [o lo si stampa, o lo si pastrugna]. Gli autori commerciali sono spesso inaccessibili o non disponibili (o morti), gli autori dei liberi pixel attivati sono quasi sempre disturbabili o coinvolti (e vivi). Gli uni hanno spesso di mira il guadagno [e smettono di lasciare tracce, se non ricercati], gli altri quasi mai [e lasciano piccoli segnali comunque]. Non è tutto, certo. Niente e nessuno è tutto: aggiungiamo quanto si vede, si tocca, si gusta, si annusa, si ode, si respira, si conosce, si crea, si distrugge, d'accordo, ma lettura e scrittura sono lettura e scrittura. L'intreccio di vite non è mai abbastanza.

venerdì 15 ottobre 2010

Vacanze

Mio padre, ultimo a smettere di lavorare, per principio, ci raggiungeva in vacanza allo stremo delle risorse fisiche e mentali. Era pallido, con la camicia bianca, sperso e, così mi pareva, a disagio tra le magliette colorate e le carnagioni ambrate di chi lo aspettava. Piano piano rifioriva, come per incanto: giorno dopo giorno diveniva più giovane, allegro, abbronzato, figura carismatica dell'albergo, della spiaggia, delle serate e del lungomare. Ogni anno avrei voluto che tutto rimanesse così per sempre: al culmine. Ma ogni anno, implacabili, le vacanze finivano.

Vacanze

Mio padre, ultimo a smettere di lavorare, per principio, ci raggiungeva in vacanza allo stremo delle risorse fisiche e mentali. Era pallido, con la camicia bianca, sperso e, così mi pareva, a disagio tra le magliette colorate e le carnagioni ambrate di chi lo aspettava. Piano piano rifioriva, come per incanto: giorno dopo giorno diveniva più giovane, allegro, abbronzato, figura carismatica dell'albergo, della spiaggia, delle serate e del lungomare. Ogni anno avrei voluto che tutto rimanesse così per sempre: al culmine. Ma ogni anno, implacabili, le vacanze finivano.

sabato 9 ottobre 2010

Venezia, Accademia

Mi mostra uno scorcio di mondo da mozzare il fiato, intenta a scrutare nei miei occhi ciò che lei già conosce, scisso nel maggior numero di elementi possibili, tramite il maggior numero di sotterfugi ricreabili, con attenzione. Estrema sfumatura del tramonto, lento moto incantevole di acque e ali di gabbiano, profilo complesso di città che galleggia senza materia, vittima d'incantesimi che la sostengono sull'orlo della disgregazione, rassicurante e aleatoria, potente e fragile come petalo di cristallo sottile, in bilico su soffi divini, contro tinte sfumate di un cielo che incombe e ridimensiona. Osservo, mi lascio assorbire, mi estranio, sprofondo nei suoi occhi, che non ho mai cercato, timoroso, e districo riflessi, aure, emanazioni cromatiche, lavorii della mente, cercando spiegazioni nell'atteggiamento delle labbra, nella tensione delle ali del naso, nella postura delle mani. Per istanti. Mi spinge appena, come preoccupata, con leggero rimorso, intimorita. Sono lontano, mi lascio condurre via, senza resistere; occhi che percorrono muri grigi e piatte lastre di pietra, e oggetti di metallo incastrati in quelle pietre, e un piccolo ponte in legno, riscosso appena dal vento, d'infilata, sopra un rio. Si ritrova sola, senza verifica, a riordinare idee, inconsapevole, indifferente; ferma, in ascolto. Volge lo sguardo, è confusa, non riconosce scorci, le pare d'essere altrove. Non c'è profumo. L'odore è salmastro, i suoni estranei. Un equivoco, un inganno della mente. Nell'acqua scorre una gondola, si accendono luci artificiali.

martedì 5 ottobre 2010

Cancellare una stanza

C'è troppo disordine, esagerato e senza tempo. Sarebbe bello poter fare come a scuola, quando la lavagna era troppo usata. Il gesso strideva su sottile poltiglia bianca vanificando la creazione di contrasti visivi o schemi di vita: il maestro mi indicava, ero il più alto e ci arrivavo bene, mi invitava a uscire, un panno umido, un paio di passaggi. Lasciare asciugare. Ricominciare senza ostacoli. Ma cancellare una stanza d'appartamento non è altrettanto facile.