martedì 23 febbraio 2010

Gassosa gelata d'estate

Il fondo della bottiglia gelata viene ficcato e ruotato nella sabbia, all'ombra: l'aroma della combinazione gassosa-cannuccia-di-paglia-sabbia produce un effetto quasi magico, un incanto, sprigionando il medesimo, piacevole, affascinante, protettivo piacere riposto nella memoria del tempo migliore e altrimenti insondabile se non per un'imprevedibile reazione a catena, esplosiva e quieta, infantile e prepotente, incontrastabile. La magia avviene e si compie, per la durata dell'aspirazione ritmica, celere, completa del liquido dolce e frizzante nella gola arsa e vorace, con rumorosa e impaziente deglutizione. Il corpo reagisce con una sudorazione gradevole e visibile, soddisfacente, che leva ogni appannamento e fastidio.

martedì 9 febbraio 2010

Dopo festa

Il cortile ora è silenzioso, inanimato, le tracce delle auto degli amici scompongono in modo statico la ghiaia rastrellata nel pomeriggio, la pioggia è cessata, c'è un buon odore nell'aria e volontà di inspirare a fondo, fino al capogiro. Lampi, tuoni che si allontanano, vento che piega con dolcezza gli alti pini e i fili d'erba. Bagliori quasi senza rumore, le sagome dei monti, sensazione di appagamento inquieto, piacevole e intenso, percezione chiara del trascorrere cadenzato del tempo, mentre la sagoma del padre che non esiste più, da dietro la finestra, appare sovrapponibile agli invisibili persistenti contorni del precedente custode, del sorvegliante di molte feste orsono, del nonno che pareva tanto vecchio e insopportabile.

lunedì 8 febbraio 2010

Di nuovo

Ora di colazione, molto tardi: prosciutto e uova, succo d'arancio. Oggi così! Qualche piegamento, qualche allungamento muscolare, un video registrato dell'ultimo Congresso osservato distrattamente nel riflesso dello specchio mentre mi rado col rasoio a mano, canticchiando Norwegian Wood. Una telefonata agli amici: "Oggi non ci sono per nessuno". La partenza della seconda giornata di gara poco dopo mezzogiorno. Deboli scampanii da una piccola cappella. Rintocchi.

mercoledì 3 febbraio 2010

La gara

Gara importante, lunga, complessa. Condizioni climatiche avverse, caldo sproporzionato alla stagione, compagni di gara sorteggiati: ma ogni possibile miscuglio mi è indifferente. Una di quelle occasioni in cui non ci si può accontentare di piazzamenti. Fisico a posto, mente libera, un minimo di maniacale disposizione all'autolesionismo, pronto a competere contro tutti: contro la maglietta bagnata, contro sete, malanimi, materiali, contro qualsivoglia infima scappatoia alle regole, che divengono ragione di sopravvivenza, imperativi della mente. È possibile raggiungere il massimo della prestazione solo se la miscela dei componenti è ben proporzionata, l'amalgama ben dosata, credibile, impreziosita dall'invenzione, simile alla compiutezza della vita, dell'esistenza, dell'evoluzione.

martedì 2 febbraio 2010

Gli altri, in certi momenti

In certi momenti mi sembra che il mondo circostante non sia diventato altro che uno sfondo e le persone una specie di brusìo poco decodificabile. Allora metto in opera selezioni molto rigide. Del mondo mi servono solo colori e suoni gradevoli; delle altre persone, il silenzio. Non è l'espressione massima della comunicazione, lo ammetto, e riconosco che non può essere che uno stato provvisorio. Ma è così che succede.