venerdì 30 luglio 2010

Scambi temporali

Lei ha portato con sé sua figlia, alla festa, trentenne, e la musica è stata in grado di far vorticare all'indietro le lancette dell'orologio, in modo tale da confondere e farmi ritrovare al cospetto di sua madre prima di esserlo divenuta, tanto le somiglia, simulando una storia senza fine apparente [contro le strambe idee del Cappellaio Matto].

venerdì 23 luglio 2010

Dubbi... infiniti

Un buon giro in libreria, senza impegni. Chiedo Infinite Jest di David Foster Wallace (attratto dalla mole del volume e da alcuni commenti su Internet). Lo tengo in mano (1.400 pagine), lo sfoglio, mi siedo, leggo le prime pagine, quindi una parte a caso, alcune note (delle cento pagine di note). Lo chiudo. Lo tengo per un quarto d'ora sotto braccio, senza tentennamenti. Scelgo un corso fotografico del National Geographic (a scatola chiusa, con il cellophane). A due metri dalla cassa mi fermo. Torno indietro. Ringrazio. Ripongo Infinte Jest sullo scaffale, con affetto. Pago perplesso il manuale. Mentre salgo le scale mi volgo indietro: una storia intensa, durata pochissimo.

mercoledì 21 luglio 2010

Colazione

Le immagini dei ricordi si riproducono al confine dell'orizzonte. Indefinite. Indefinito. Sfumature azzurre, celesti, grigie, bianche e trasparenti allontanano la stanchezza. Brezza leggera, quasi fredda. Profumo di fiori bianchi. Un cucchiaino di marmellata materializza il presente. E il profumo del caffelatte. E il rumore del pane tostato. Si ricomincia.

mercoledì 14 luglio 2010

Spiaggia

La giornata è stata molto calda. Da qualche minuto bandiere e bandierine sventolano frusciando, mosse da una brezza fresca e continua che proviene dal mare. Due donne sono sprofondate nelle sedie a sdraio, abbandonate con pigra soddisfazione contro morbido tessuto spugnoso azzurro e bianco che ricopre ruvidi teli a conca colorati, rivolte verso il sole, che le possiede da sopra il molo, confuso nei riflessi accecanti di miriadi di piccole onde che sfumano e smaterializzano i pilastri e i lampioni. Guardandole distrattamente, dall'ombra dove mi sono riparato, comprendo che si tratta di autentico piacere fisico, evocato dalla doratura uniforme, carezzevole e decisa delle epidermidi lisce, dai movimenti leggeri dei capelli contro la fronte e le guance e dal fuggevole contatto dei piedi dentro la sabbia fine e calda.

venerdì 9 luglio 2010

Non così difficile

Basta confusione, basta accalorarsi! È l'ora della passeggiata, e allora? Si potrà trasformare una passeggiata in un tuffo, o no? È sufficiente ignorare le formalità, non chiedersi se maglietta, scarpe e pantaloni reggeranno alla salsedine, percorrere con determinazione la silenziosa striscia grigia e granulosa tra le balaustre scrostate del molo, avventarsi senza alcun rallentamento nella simulazione d'abisso che si spalanca davanti, magari gridando qualcosa, le mani giunte a fendere l'etere, in un plastico tuffo che penetra come freccia l'infinita massa d'acqua salata, tra grosse bolle d'aria, intrappolate in mezzo ai flutti provocati, e mulinelli fluidi a varia potenza, gradazione, inclinazione e conicità. Non così difficile, dopo tutto. E riemergerne con vestiti bagnati. Impaccio, certo, ma mente riazzerata.

lunedì 5 luglio 2010

La giusta tensione

Ogni faccenda importante richiede una tensione speciale, inesplicabile e non provocabile ad arte così, commesso l'errore di allentarla, le poesie tornano parole oscure dipinte su candore di fogli, le canzoni di Dylan risuonano noiose, i cieli perdono le nubi e gli arpeggi sulla chitarra danno dolore e fastidio.

sabato 3 luglio 2010

Stesso albergo

Una sera mi accorgo che il suo sguardo è rivolto verso di me. Ci siamo incrociati nello stesso momento. Le accenno un sorriso. Mi ignora. Gli occhi sono dritti nei miei ma stanno vedendo cose lontane, o non stanno vedendo affatto. È una sensazione non spiacevole. Inclino il capo, cerco di attirarne l'attenzione senza eseguire movimenti sbagliati. Riemerge da una specie di intontimento attivo, si accorge di me, sembra, accenna un sorriso, si mette la mano davanti alla bocca, quasi scusandosi, mi sorride di nuovo, sembra, fa una smorfia ed emette un grazioso soffio. Il suo sguardo è divertito.