sabato 17 novembre 2012

Fitta inaspettata

Piccoli scatti si susseguono, la vista segnala uno spazio ridotto al minimo dal moto della lancetta affilata, un segmento di cerchio che si contrae, scivolando su membra che ritornano infantili per incanto, su vesti trapuntate, su di una volta di stoffa blu che sorregge un sonaglio, su immagini fosche di volti in movimento, su una luce impietosa e bianca che risveglia dolore, sùbito e per intero, insostenibile, che trascina in un urlo impercettibile che sfuma e s'annulla in gorgoglii di liquido caldo e denso, flottante, in suoni ovattati, pressioni, pulsazioni, contenzioni, torsioni, deformazioni, galleggiamenti, ripiegamenti poco avvertibili, trasparenze, veli cangianti, condense elementari.

martedì 6 novembre 2012

Indian Summer

Raggiungo il lago nella piena luce del pomeriggio: prima il relitto di un carro agricolo, poi grandi pietre cementate da foglie, infine un ampio scorcio di casa coloniale, un moletto in legno ma, sopra a ogni cosa, oltre, attorno a una radura con un tronco tagliato, vivide macchie di luce, fiamme di fronde brulicanti in vampate incommensurabili, riflesse nel medesimo fulgore delle acque, e oltre ancora, contro l'oscuro sfondo dei monti incombenti, il cuore stesso dell'origine della luce divina: luce rossa, vermiglia, splendente, insostenibile, folgorante, guizzante, fuoco indistinguibile, inscindibile, foglie scarlatte circonfuse di trasparenze dorate, ardenti, irreali, per eccesso di contrasto e di pigmentazione, per pazzia d'artista, come estremi bagliori prima della cecità, o causa di cecità, betulle, pioppi, aceri, frassini, querce, sassofrassi, rinvigoriti dall'oscuro fondale di pini e abeti, dal morbido verde appagante dei prati, in tonalità ardenti, sfavillanti, dardeggianti nelle minime e infinite onde della superficie del lago, sfiorato e increspato da correnti celestiali, a concupire, ad assatanare, a ghermire le anime dei vedenti, ad unirle nel medesimo interminabile istante, stremandoli fino al primo smorzamento di toni, infinitesimale ma avvertibile da un animo grato e recettivo, a tal punto affinato e avvinto dalla natura circostante da trascurarne l'essenza, la causa chimica, l'eccesso di carotene, di tannino, di autocianina rossa, drogato dalle trame della natura, dai risvolti del mistero, dal succo di alambicchi intangibili. Non c'è il tempo di esclamare, di constatare, appuntare, immortalare, ricalcare. L'esperienza si embrica ai segni dell'anima, la gratitudine si espande nei cieli, lasciando un senso di mancamento, di disorientamento, di sottile perverso compiacimento, di evento trascorso.
[Boston, Massachussetts, if you want]