lunedì 2 maggio 2011

Dovrei

Mi compiaccio, come solo io riesco a fare, del respiro regolare e del ritmo non affrettato delle mie pulsazioni, inspiro a fondo solo quando ne sento il bisogno e questo mi distende la mente, mi offre certezze: a un'azione corrisponde una reazione corretta, ogni cosa funziona a dovere. Decido di deviare, di costeggiare una stalla, chiusa, e due piccole costruzioni dal tetto in sasso, con la sola porta; il sentiero, dall'altro lato, ha una linea elettrica sostenuta da pali irregolari. Immagino di ricavare delle finestre e un caminetto, in una delle costruzioni, e di collegarci l'elettricità: è isolata, lontana dal paese quanto basta, e ben inserita nello scorcio di montagna, di bosco e di torrente. Un posto dove lavorare molto o riposare in pace. Dovrei installarmi in quel luogo, con un portatile, dei fogli di carta, la chitarra, qualche colore, perché no, e libri. Lì carpire i segreti della vita, lì elucubrare e magari dipingere, suonare, pensare, scrivere qualcosa di importante; che ne so?