venerdì 28 settembre 2012

Via da Venezia

Sirene, frastuono, navi, la corrente della Giudecca, la Dogana, sguardo che si ricompone, rive che si avvicinano, fiori, insegne, mosaici, balconi a ricamo, colonnine ritorte, spirali colorate che si avvinghiano nell'acqua, lanterne senza luce, dorature, branchi di gondole pesanti, vive, lugubri, legate alla riva, sciamanti dai rii, in moto perpetuo, corrose, tarlate dal mare. Il motoscafo procede con lentezza, come richiesto. L'inconscio assorbe gli ultimi particolari nei cambi di direzione obbligati: profumi, odori intensi, sfumature, il contatto tra legno e acque dense, cadenze vocali, cupo rumore di meccanismi, parole cantate piano, aria fredda e umida fin sotto al maglione, sonnolenza priva di dolore, sensazione intensa di comando, di libertà, di potenza, scandita da sciabordii e spruzzi iridescenti, brillanti, luccicanti, respiro libero, assenza di fame e sete, sagome precise e barocche. Finita la tensione. Si torna.