martedì 2 marzo 2010

Neve a New York

Guardo la cima della Trump Tower, mi lascio incantare dalle mille luci dei suoi alberi, respiro più volte profondamente, sento la testa leggera. Il rumore attorno riprende, quasi un frastuono. Vapori densi si aggirano tra le persone. Sto di nuovo avvertendo la terra e attraversando l'aria. Inquadro espressioni, sento richiami, ho il dubbio che un fiocco di neve si sia posato sul mio naso. Volgo lo sguardo verso il cielo, scuro, grigio, metto a fuoco, e il contrasto conferma candidi cristalli galleggianti a mezz'aria, una massa impalpabile ferma a pochi metri dal terreno, come in attesa, da cui sfuggono immateriali frammenti in avanscoperta, incerti e fragili.