lunedì 25 gennaio 2010

Fine del temporale

In un grande miscuglio d'animi e pensieri, si confonde nel luccichìo dell'asfalto bagnato la base stessa dell'esistenza, nei suoi infiniti strati e nelle innumerabili variazioni, semplicemente e automaticamente, rendendo ogni atteggiamento, ogni parola e ogni parvenza di pensiero niente più che uno di quei fugaci e bellissimi luccichii.

mercoledì 20 gennaio 2010

Città in giorno feriale.

Concluso l'impegno universitario ho deciso di dedicare mezz'ora a una camminata in Centro, Duomo compreso, Galleria compresa, libreria compresa, turisti compresi e vento compreso. È stupefacente constatare il numero incredibile di persone che si aggira nelle grandi città con l'aria di non avere niente da fare, felici e distese, capaci di stare a rimirare guglie, finestroni, vetrine, gradinate, volte e comignoli come fosse l'evento più importante della giornata. Per loro lo è. Li ho invidiati perché avevo un intervallo dal lavoro che mi consentiva sì di osservare ogni cosa, di vedere visi e figure, di apprezzare bei volti ed espressioni incantevoli, di sentire profumi, a volte irresistibili, tuttavia a passo di carica, al limite tra una camminata velocissima e un corsa al rallentatore.

venerdì 15 gennaio 2010

Dall'Empire State Building, quindici anni fa

Ho potuto vedere la Quinta strada d'infilata e le Torri Gemelle lontane, da cui ero disceso nella mattinata, stagliate contro la superficie scintillante dell'Hudson e della baia, e la sorprendente ombra del grattacielo dove mi trovavo, contenente l'ombra minuscola del mio corpo spersa in qualche atomo di quell'oscurità  madre che si stampava sulle costruzioni sottostanti e sui grattacieli meno spettacolari. Perché questo ricordo a un anno dalla mia ultima New York, priva delle torri? In entrambe le occasioni erano i primi di dicembre. Fa molto freddo e c'è nebbia, adesso; Natale è passato da quasi un mese. Cancello tutto o smetto di cercare una ragione? Dò la colpa al Larghetto di Chopin (concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in fa minore) che sta diffondendosi nella stanza? Non è così semplice. Temo.

giovedì 14 gennaio 2010

Mare d'inverno

Sono comunque riuscito ad intercettare un po' di sole, poco. Ho girato a piedi per il centro, sbirciando in ogni vetrina, ho mangiato una focaccia sottile, ho comprato dei fiori bianchi, molto profumati, e altri rosa tenue, un pacchetto di canditi speciali, li vendono sfusi, e un barattolo di vetro in cui ho sigillato un po' di nuvole e qualche riflesso; infine ho affidato i fiori al cielo e al tramonto, sorridendo, consapevole dell'assurdità dei miei gesti.

lunedì 11 gennaio 2010

Trucchi per riconoscere una scatola di autentici sigari cubani.

Un sigaro cubano fatto a mano deve riportare il marchio nero "Habanos s.a. - hecho en Cuba - totalmente a mano". Non bastano le diciture "Hecho enCuba" o "Hecho a mano". I sigari sono presentati in scatole di legno di cedro con un'etichetta di sigillo bianca e verde con la dicitura "Cuban government's warranty for cigars exported from Havana. Republica de Cuba - sello de garantia nacional de procedencia". Sono presenti i codici di fabbrica: ad esempio JM per José Marti ex Upmann, FPG per Francisco Perez German ex Partagas, BM per Briones Montoto ex Romeo y Julieta. Sul retro della scatola il logo "Habanos" e le diciture sono in bassorilievo (punzonatura a fuoco) e deve esistere il timbro con il codice della data di produzione. Due considerazioni. Prima: fumare fa male, anzi malissimo: un avana alla settimana, no. Seconda: perché un dittatore per tanti anni in un'isola tanto bella?

sabato 9 gennaio 2010

Questi appunti

Ricordo che per questi appunti, autocollegati, presi in volo sopra le cose del mondo, su quaderni a fogli staccabili, è consigliabile un raccoglitore con pochi limiti, a milioni di colori, con anelli di buon materiale, assemblato a mano su progetto autunnale o invernale, e stagionato il giusto.

mercoledì 6 gennaio 2010

Il mondo degli specchietti retrovisori

Intendo i laterali, il sinistro in particolare, e l'anteriore, visti da dietro. Preciso: gli specchietti dell'auto che ci sta davanti in una fila, quella che ci troviamo a guardare senza volerlo, una sola volta, o più volte. Dipende. Hai a disposizione pochi lineamenti, mutevoli, e qualche dettaglio: gli occhi, l'attaccatura dei capelli o gli occhiali nell'anteriore, bocca o guancia e un po' di naso nel laterale, forse espressioni. Non è spiare, credo, ma osservare in modo distaccato, tuttavia emozionante, è passare attivamente il tempo d'attesa. Ti accorgi che i due punti di vista "segmentari" sembrano appartenere a più persone e non a quel singolo irripetibile volto che, nel suo insieme, non potrai mai vedere, probabilmente. Il fatto che trasmette emozioni è questo: ogni fermata, ogni giorno, permette una conoscenza "a scorci ristretti" diversa, a volte inaspettata, evocatrice di memorie o di progetti.
Si tratta di scorci molto più stimolanti del mondo a rovescio osservabile dietro di noi. Quello sì spiato, e troppo simile alla realtà senza segreti.

lunedì 4 gennaio 2010

Pennichella indesiderata

Nel mezzo di un sonno profondo sul divano (ricordarsi, nella prossima vita, di scegliere un lavoro meno faticoso) mi sveglio di soprassalto: un vuoto e un silenzio impensabili. Non posso respirare, eppure mi muovo liberamente. Il cuore non batte, almeno non pare, non sono avvertibili pulsazioni, tuttavia la mente è libera, pronta, chiara. C'e ancora un po' di sole, l'ultimo. Serve reagire, e in fretta. Serve andare al più presto all'esterno. Serve aria.

venerdì 1 gennaio 2010

Tornanti e nuvole

Provate a scendere con gli sci ai piedi un sentiero innevato e isolato di una montagna seria, alpina, magari sotto nuvoloni grigi pieni di fiocchi, ascoltando The Wall dei Pink Floyd in cuffia. Poi ditemi.